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"La Sila": i comuni

La bellezza della natura nel più giovane parco nazionale della Calabria

Una natura che regala panorami selvaggi e suggestivi; luoghi di culto e musei che raccontano i popoli e le culture che hanno attraversato queste terre; antiche tradizioni popolari che continuano ad essere vissute, anche nella gastronomia: questa è la Sila.

Storia

L’area della Sila custodisce un passato pregno di molteplici sfaccettature e di avvincenti contraddizioni.

 

La Sila: antico dominio dei Bruzi e dei Romani

Anticamente il bosco della Sila era molto più esteso di quanto lo sia oggi: si può dire che occupasse addirittura l’intera Calabria. Quando verso l’VIII secolo a.C. i primi Greci approdarono nella zona est della regione, essi vi trovarono già insediato il popolo italico dei Vituli o Itali, mentre successivamente vennero a contatto con i Bruzi i quali lentamente iniziarono ad espandere il proprio territorio, contendendone il dominio. Cosenza fu una delle principali colonie di questo popolo, secondo quanto riportato da Strabone. Alleatisi successivamente prima con Pirro e poi con Annibale, i Bruzi furono sconfitti e sottomessi dai Romani. Con la conquista da parte dell’Impero, iniziò uno sfruttamento intensivo della foresta per utilizzarne il legname soprattutto per la costruzione di navi.

storia della sila

Dai Bizantini ai Normanno, dal Cristianesimo ortodosso al Cattolicesimo

Dopo il crollo dell’Impero Romano, la zona della Sila fu dominio dei Bizantini, che lasciarono una forte impronta culturale nella lingua, nella religione e nei costumi, e che si contesero e divisero a lungo il territorio con Longobardi e Arabi. Intorno al X secolo iniziò la conquista normanna dei fratelli Altavilla, Roberto il Guiscardo e Ruggero, i quali ebbero l’appoggio della Chiesa in cambio dell’aiuto nella diffusione del cattolicesimo a sfavore del cristianesimo ortodosso, radicatosi anche grazie al monachesimo basiliano. Alla dominazione normanna seguì, come per il resto del sud Italia, quella sveva, angioina e aragonese. Possiamo ancora osservare la magnificenza di queste dinastie ammirando, per esempio, le stupende strutture del Castello di Cosenza e del Castello di Caccuri.

Nel XII secolo il monaco cistercense Gioacchino da Fiore, nato a Celico, fondò la Congregazione Florense e costruì il piccolo ricovero sulla Sila, che divenne poi la stupenda Abbazia Madre dell’Ordine Florense dedicata a San Giovanni Evangelista. Intorno all’edificio si raggrupparono gradualmente le abitazioni, che diedero vita al paese di San Giovanni in Fiore.

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Il fenomeno del brigantaggio e la nascita del parco nazionale

La confusa situazione dei terreni demaniali nelle foreste della Sila, spesso usurpati e utilizzati in modo indebito dai privati, sfociò dopo l’Unità d’Italia nel malcontento della popolazione, soprattutto dei contadini che videro ancora una volta regolata la ripartizione delle proprietà a loro sfavore e non risolta l’annosa questione della riforma agraria. Si formarono così gruppi di ribelli che diedero vita al controverso fenomeno conosciuto come “brigantaggio”. Alcuni di questi personaggi, che molte volte approfittarono dei boschi della Sila per rifugiarsi, sono divenuti famosi per le loro imprese, come Pietro Monaco; oggi si possono conoscere meglio queste figure visitando il nuovo Museo del Brigantaggio a Cotronei.

Nel XX secolo il problema delle terre della Sila ha portato anche ad un’importante svolta positiva, con la nascita dell’Opera per la Valorizzazione della Sila, volta anche a frenarne il crescente disboscamento, e con la successiva istituzione, nel 1968, del Parco Nazionale della Calabria, che nel 2002 è confluito nel Parco Nazionale della Sila.

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